BROMIDROSI
Quando l'odore del corpo crea problemi a se stessi o agli altri.
A cura del Dott. Gaetano Scanni, dermatologo a Bari
Parole chiavi: Cattivo odore dei piedi, Sudore maleodorante dei piedi, Piedi puzzolenti, Sudore acre, Osmidrosi
Con il termine bromidrosi si è soliti indicare quella condizione in cui l’odore del corpo raggiunge livelli tali da disturbare sia se stessi sia e specialmente, le persone con cui si hanno relazioni sociali. Il fenomeno quindi coinvolge due livelli importanti della salute: quello fisico (la pelle) e quello psichico (le emozioni).
Tutti quanti abbiamo un odore e c’è una ragione perché la natura lo ha previsto (vedi ferormoni), la questione è quindi capire perché una qualità naturale ad un certo punto diventa un problema.
L’odore per il momento non è misurabile oggettivamente con strumenti perciò la sua valutazione dipende molto dalla tolleranza e dalla cultura di ciascuno di noi. Questo passaggio è molto importante nella diagnosi perché il medico deve distinguere se si tratta di una patologia vera e propria della pelle (bromidrosi oggettiva*) o di un disturbo di valutazione individuale (bromidrosi soggettiva*).
Bromidrosi oggettiva
Il cattivo odore è percepito dalla persona interessata e/o dagli altri. L’odore è percepito con chiarezza dal medico durante la visita.
Le ragioni per cui la pelle produce un cattivo odore possono essere riconducibili ad una sudorazione anomala per quantità o per qualità. Infatti, i medici che hanno studiato al microscopio le ascelle di chi soffre di bromidrosi hanno scoperto che le ghiandole sudoripare sono più numerose e più grandi del solito con maggiore sudore al loro interno.
La sudorazione eccessiva favorisce odori più forti ma non è comunque un requisito obbligatorio, infatti ci sono persone il cui sudore eccessivo non genera bromidrosi. Il ruolo che ha l’iperidrosi non è ancora del tutto chiarito.
Le parti più colpite dal cattivo odore possono essere le ascelle, la regione del perineo (le zone intorno alla regione ano-genitale) le mani e i piedi (vedere l’iperidrosi palmo-plantare).
La scienza al momento sostiene che il sudore inizialmente quando raggiunge la superficie cutanea è inodore. A secondo se prodotto dalle ghiandole apocrine o eccrine viene attaccato dai batteri che vivono come ospiti sul nostro corpo, producendo alcuni frammenti chimici “volatili” che non profumano. In altri casi come per le mani è anche la macerazione della cheratina indotta dall’eccessiva quantità di sudore a produrre un odore sgradevole (Fig.01). Se poi si tratta di piedi, si aggiunge anche l’interazione con i materiali di cui sono fatte le scarpe che il sudore eccessivo aggredisce e scioglie (un esempio sono le scarpe basse da ginnastica di una nota marca).
Bromidrosi soggettiva
E' quella condizione, un po’ diversa, che riguarda solo la persona interessata che è fermamente convinta di produrre un cattivo odore nonostante gli altri non diano segnali in questo senso. Il medico durante la visita può non riuscire ad apprezzare odori anormali.
Altre volte si può essere convinti che l’odore è recepito solo dagli altri allora si parla di una particolare forma di “illusione olfattiva” che sebbene assolutamente non dannosa, finisce progressivamente per limitare i contatti sociali imponendo alcune privazioni sul piano della libertà personale (rifiuto di uscire da casa, difficoltà al lavoro, rinuncia a progetti di vita ecc. ecc.) o rituali ripetitivi (docce numerose, abuso di profumi o cosmetici, frequenti cambi di indumenti).
Esami diagnostici e strumentali
Come già si è detto non ci sono macchine che misurano l’odore del corpo umano (anche se qualcosa si può trovare in laboratori di ricerca avanzata). Non sono nemmeno ancora standardizzati esami specifici del sangue o del sudore. Nello studio del Dr. Scanni si esegue comunque una procedura ragionata, suggerita dall’esperienza personale, assolutamente consapevole dei limiti che essa può contenere.
-Il primo esame è affidato all’olfatto del medico che esegue la visita dermatologica sul lettino. Personalmente consiglio ai pazienti di affrontare questa visita senza ricorrere a preparazioni speciali vale a dire che l’odore naturale del corpo non deve essere coperto da nulla di artificiale altrimenti l’esame non è valido.
-Nella mia pratica mi accerto innanzitutto che l’olfatto del paziente funzioni correttamente. Per questo eseguo un semplice test ad occhi chiusi che mi permette di avere un’idea accettabile se la funzione è normale o disturbata. Bisogna scartare la possibilità di malattie neurologiche od otorinolaringoiatriche (naso-gola) e se ci sono dubbi è bene inviare agli specialisti per un esame approfondito.
-Valuto con l’anamnesi se ci sono malattie generali che posso accompagnarsi a particolari odori del corpo o dei suoi liquidi (trimetilamminuria, fenilchetonuria, insufficienza renale/epatica, brucellosi, altre...).
-Valuto con attenzione se coesistono dermatosi particolari che possono contribuire al cattivo odore (intertrigini, micosi, pemfigo famigliare di Hailey-Hailey, altre …) (Fig.02)
-Indago il tipo di alimentazione.
- Quando è necessario raccolgo un campione di sudore per un esame batteriologico nel tentativo di evidenziare qualche dis-equilibrio della flora batterica. (Fig.03)
-Sottopongo tutto il corpo ad un esame con la lampada di Wood, strumento usato dai dermatologi per raccogliere informazioni sulla presenza di batteri (come il Corinebacterium minutissimum) o sostanze particolari sulla superficie del corpo. (Fig. 04)
-Attraverso l’anamnesi valuto eventuali farmaci che il paziente assume regolarmente od occasionalmente.
E’ bene sottolineare che nessuno di questi passaggi deve essere considerato dirimente per la diagnosi o la terapia ma un approccio più superficiale sarebbe di gran lunga più povero di spunti di riflessione per la bromidrosi, che costituisce un argomento tutt’altro che facile. Un esame dermatologico completo per la bromidrosi quindi richiede un certo tempo perché si possa partire da un buon punto.
La visita viene eseguita impiegando solo materiale di laboratorio idoneo allo scopo.
Terapie
La cura della bromidrosi non è semplice né veloce. E’ bene iniziare da questa constatazione per non crearsi delle aspettative inadeguate.
Se gli esami e i test non danno indicazioni ulteriori si deve valutare l’utilità di combattere l’eccessiva sudorazione inizialmente attraverso farmaci locali (antitraspiranti, antisettici, altri…) e solo in caso di fallimento, passare a terapie invasive come le infiltrazioni di tossina botulinica. Questa procedura si basa su piccole punture nello spessore della pelle (ascelle o mani) in grado di bloccare le ghiandole sudoripare per qualche mese. Prima di scegliere questa soluzione il medico deve spiegare chiaramente quali sono i pro ed i contro della terapia (le punturine possono essere dolorose, l’effetto si riduce col tempo).
Per ultimo quando non si è riusciti ad avere alcun miglioramento si ricorre alla chirurgia che interrompe le fibre nervose collegate alle ghiandole sudoripare o attraverso una plastica riduttiva della zona interessata (queste soluzioni sono valide quando la bromidrosi è associata all’iperidrosi ascellare)
Una nota a parte di particolare delicatezza bisogna riservare a tutte quelle forme di bromidrosi soggettiva in cui è consigliabile un percorso psicologico-cognitivo per realizzare, a piccoli passi, che il vero problema non è il cattivo odore. In questi casi si deve procedere con molta attenzione ed è necessario chiedere la collaborazione attiva del paziente.
NB: la bromidrosi è un argomento abbastanza difficile, questa scheda è stata scritta semplificando alcuni concetti perché possano essere compresi da chiunque legga il testo. Domande e risposte approfondite sono possibili all’indirizzo: gaetano.scanni@alice.it
(*) Classificazione personale.
Fig. 01. Iperidrosi palmare. La produzione abbondante di sudore altera la cheratina superficiale provocando un odore sgradevole (bromidrosi eccrina).
Fig.02. Intertrigini sottomammaria e ascellare. L'infiammazione persistente può alterare l'odore del sudore.
Fig.03. L'esame batteriologico deve essere eseguito preferibilmente con tamponi (A+B) adatti alla ricerca dei batteri aerobi, anerobi e miceti (funghi). I comuni tamponi non soddiferebbero i requisiti necessari per esaminare la flora cutanea.
Fig.04. Esempio di un esame con la luce di Wood in soggetto con eritrasma. La zona di colore rosso evidenzia la presenza di batteri del genere Corynebacteriun minutisssimum. In blu la cute normale.
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Uploded 30-06-2012